Paride Benassai – racconto l’anima palermitana. Articolo del 2005 di Laura Nobile

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/02/18/paride-benassai-racconto-anima-palermitana.html

Paride Benassai ‘Racconto l’ anima palermitana’

è il luogo per eccellenza di riflessioni appartate, di silenziosi bilanci e rese dei conti mattutine. Per Paride Benassai, che ci ha costruito su un atto unico, il bagno è anche il teatro di considerazioni esilaranti, malinconiche o grottesche, per raccontare frammenti di vita e briciole di filosofia tutta palermitana. Nato quasi dieci anni fa “Comica orazione da bagno”, torna alle 21,15 all’ Agricantus, in via Nicolò Garzilli 89, per la rassegna “Teatro nel weekend”, repliche fino a domenica sera (informazioni allo 091 309636). «”Comica orazione da bagno”? è una storia lunga ma fortunata – dice l’ attore, che si appresta a riprendere pure “Chewing gum”, un suo spettacolo storico – anche per questo ho deciso di riportarlo in scena all’ Agricantus. è uno spettacolo nato al teatro Lelio, poi l’ ho ripreso in altre due occasioni al Crystal e per l’ estate palermitana, prima di portarlo in giro per la Sicilia: la gente l’ ha accolto sempre con calore, e allora eccomi di nuovo qua». La storia è ambientata in un bagno dove Orazio-Paride Benassai è unico protagonista, mentre Marcello Mandreucci farà le sue incursioni musicali. «Non si sa bene né come né quando, Orazio è rimasto chiuso dentro – racconta Benassai – perde la cognizione del tempo e comincia a pensare, a ripercorrere il suo rapporto con i genitori, quello con le donne e a rimettere in discussione tutta la sua vita». Sì, ma perché proprio in bagno? «Perché secondo me è un luogo di profonde riflessioni, quello in cui si registrano tutti i momenti importanti della giornata, prima che vengano vissuti: obiettivi, motivazioni forti, cose da fare, aspettative: e infatti lo spettacolo ha un retrogusto amaro, fa ridere, ma anche pensare. è un viaggio nella memoria, poetico e sgangherato, e un’ incursione nell’ anima della città»». Una cosa è certa: per Orazio, «le cose là fuori sono troppo “inturciuniate”» e lui in bagno si sente protetto, al punto da non volerne più uscire. «Se faccio vedere come sono davvero – comincerà a dire ad alta voce – finisce che mi sparano, mi arrestano o mi mandano al manicomio». Solo che alla fine a Orazio, che declina i suoi pensieri in palermitano, mancherà un poco il mondo esterno. E per fortuna qualcuno verrà a bussare alla porta, chiedendogli di uscire subito. Poi il finale a sorpresa, che giura il regista, «sarà un vero e proprio pugno nello stomaco». «Viene fuori il personaggio del palermitano tipico – continua l’ attore – indolente, ironico, dubbioso, scettico con una forte propensione per la tragedia e soprattutto diffidente nei confronti di tutti. Dentro c’ è la mia voglia di raccontare con ironia malesseri personali, difficoltà, del vivere quotidiano. Prosegue sullo stesso limite sottile tra realtà e finzione anche “Chewing gum”, lo spettacolo che dal 4 marzo torna in scena Al Convento dove rimarrà fino a maggio. «”Chewing gum” torna in scena a venticinque anni di distanza dal debutto – ricorda Benassai – Era il 1980, andammo in scena al Piccolo Teatro di via Calvi con questo spettacolo che ormai appartiene all’ immaginario poetico di questa città: dopo “Palermo oh cara”, credo sia stato uno dei più visti, con le sue 230 repliche». Lo spettacolo ha già avuto diverse versioni, fino al ’95 quando tornò in scena con tre attori invece che con quattro. «Adesso il cast è tutto nuovo, con me ci sono Stefania Blandeburgo, Alessandro Pennacchio e Sergio Vespertino, le musiche sono di Massimo Melodia, scene e costumi li firma Valeria Piro. E sarà ancora più bello». è la storia di una gabbia di matti, si svolge in un manicomio dal quale, la notte di Capodanno, due amici cercano di fuggire senza riuscirci. «Uno spazio che come la chewin gum, si allunga e poi torna al suo stato iniziale: e infatti lo spettacolo racconta il confine sottile tra follia e ragione, vero e falso, vita e morte, bianco e nero~».

Laura Nobile

 

About The Author

marnie