MY NAME IS TANINO

DI PAOLO VIRZÌ

TRAMA

Gaetano Mendollia, detto Tanino, è un ragazzo nato a Castelluzzo del Golfo (piccolo paese della provincia trapanese), una località di mare in Sicilia. Ma è anche uno studente di cinematografia a Roma, con l’ambizione di diventare un regista.

Durante una delle tante estati conosce Sally, una ragazza americana con cui avrà una breve storia. Al termine dell’estate, Sally deve tornare a Seaport, cittadina di fantasia[1] del Rhode Island, ma si dimentica la sua videocamera e Tanino, con il pretesto di restituirgliela, ma anche per evitare il servizio di leva, parte qualche giorno dopo per gli Stati Uniti, di notte e senza avvisare nessuno.

Da quel momento vivrà una serie infinita di peripezie: all’aeroporto viene travolto dai festeggiamenti dei chiassosi parenti italo-americani, la famiglia Li Causi, divertenti ma anche un po’ loschi. Scappato da loro porterà il caos nella “perfetta” famiglia WASP di Sally, poi si farà strada fidanzandosi con la prosperosa e viziata figlia del sindaco di Seaport (italo-americano) conosciuta a un party. Infine, dopo fughe dall’FBI e viaggi in treno (sul tetto), arriverà nella meta degli Stati Uniti per eccellenza: New York. Qui incontrerà il suo regista idolo da sempre, Seymour Chinawsky (emulo per nome e stile di Charles Bukowski), ormai ridotto sul lastrico, il quale muore subito dopo avergli promesso di fare un film con lui.

Sballottato di qua e di là senza capirne il motivo, Tanino esce sempre vincitore dalle situazioni proprio per la sua ingenuità. Ha percorso un viaggio lontano, ma anche vicino, dentro di sé alla ricerca della propria identità e del proprio futuro.

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